Ci sono momenti in cui possiamo sentirci confusi rispetto ai nostri bisogni, esigenze, aspirazioni di vita, obiettivi da realizzare e allora ci soffermiamo a chiederci quale sia il nostro scopo nella vita e se davvero ci sentiamo realizzati da ciò che facciamo e da come viviamo; in quei momenti possiamo soffermarci a pensare se ciò che siamo, sentiamo e vogliamo sia accettabile dagli altri, dando un peso eccessivo alle aspettative altrui, come se l’accettazione degli altri determinasse la definizione di ciò che è giusto o sbagliato in noi e per noi.
Quando questo succede è difficile sviluppare un senso di Sé e del proprio valore intrinseco e può diventare arduo comprendere ciò che si vuole davvero, dando, invece, più importanza agli altri e a quello che pensiamo si aspettino da noi piuttosto che al nostro sentire e volere.
E’ importante sentirsi accettati dagli altri perché questo ci permette di sviluppare un senso di appartenenza e di non sentirci soli; quando, però, il nostro bisogno di accettazione diventa prioritario rispetto allo sviluppo di un proprio Sé, può succedere di non riuscire più a capire i propri bisogni, abituati ormai a conformarsi a ciò che pensiamo gli altri vogliono da noi.
Confermare le aspettative altrui sembra essere, così, l’unico modo possibile per sentirci giusti e accettabili, senza renderci conto, però, che così facendo ci stiamo costruendo una gabbia attorno che, provocando confusione in noi, ci farà sentire sempre più persi e disorientati come se ci fossimo addentrati in un labirinto di aspettative e non riuscissimo più a trovare la strada di casa.
Per riuscire a ritrovarsi e a ritrovare la propria strada diventa necessario comprendere le motivazioni che ci hanno spinto ad entrare in quel labirinto.
Conformarsi ai pensieri e alle aspettative altrui viene scelta come tentata soluzione (disfunzionale) alla possibilità di sentirsi amati e amabili: “Verrò amato solo se divento ciò che gli altri vogliono. Amami perché sono esattamente come tu mi vuoi”. Questo succede quando la nostra autostima risulta carente e quando siamo noi stessi i primi a dare poco credito alla nostra diversità ed unicità di persone. Non esiste nessun essere umano uguale ad un altro e la bellezza di ognuno di noi risiede proprio nella sua unicità e non replicabilità. Ma per riuscire a vedere la bellezza nella propria diversità è necessario fare esperienza di Sé secondo le proprie regole interne e non secondo regole esterne dettate da altri.
Scegliere la strada del conformismo a tutti i costi nella speranza di essere amati, provoca indubbiamente più sofferenza, ma diventa anche la strada più facile e meno rischiosa, proprio perché non ci espone direttamente all’altro facendoci conoscere per chi veramente siamo: conformarsi alle aspettative altrui garantisce il piacere a tutti… ma non il piacere a se stessi.
Per riuscire ad uscire dal labirinto delle aspettative altrui per ritrovare la propria strada ed il proprio Essere è necessario rischiare con coraggio e dignità: rischiare anche la possibilità di non piacere a tutti e di non essere accettati da tutti, come unica strada possibile per vivere una vita che sia esattamente a nostra immagine e somiglianza nel pieno rispetto del nostro valore di persone diverse e uniche.
No Comments