Rimango sempre piacevolmente sorpresa nel constatare quanto la visione di un film possa stimolare delle profonde riflessioni sulle emozioni e chi conosce il mio modo di lavorare è a conoscenza di come la visione di film rientri in una delle strategie di intervento che utilizzo sovente nella mia attività clinica.
Qualche tempo fa mi è capitato di vedere un film sulla vita di due grandi tennisti del passato: John McEnroe e Björn Borg. Ed è stato immediato pensare a questo film come un modo efficace di conoscere più da vicino alcuni aspetti delle emozioni.
Questo è un film che cerca di ricostruire il vissuto di competizione tra due giganti del tennis, ma il film in questione è molto più di questo: cerca di ricostruire il vissuto di due giovani uomini, apparentemente così diversi, ma profondamente simili nel loro essere.
Ciò che li accomuna è il vissuto di Rabbia che si portano dietro e dentro; una rabbia vissuta con modalità differenti perchè “educata” (o sarebbe meglio dire “male educata”) in modi differenti.
In Borg la rabbia era stata repressa, coperta, castrata, ingabbiata dietro una spessa coltre di autocontrollo forzato, tanto da farlo apparire un robot, una macchina da guerra. Ma, come spesso succede, il controllo prima o poi si perde lasciando entrare l’ansia al suo posto.
In McEnroe la rabbia dilagava facendola da padrona e distruggeva ogni possibilità di relazione, di comprensione, di vicinanza, facendolo diventare agli occhi di tutti un pazzo, un mostro, uno schizzato.
Per entrambi la rabbia, in forme diverse, sembrava essere vitale, necessaria, utile alla prestazione, ma anche il vero nemico da sconfiggere nella vita: una rabbia tanto esplosiva e dilagante in McEnroe quanto repressa e incatenata in Borg.
Il film non rivela cosa poi abbiano deciso di fare i due tennisti della propria rabbia e come si sono evolute le loro vite, ma sicuramente offre uno spunto prezioso per comprendere che la rabbia, come ogni emozione umana, ha necessità di essere non nascosta, ma riconosciuta, non castrata, ma vissuta in modo consapevole e orientato e non in modo impulsivo e disorganizzato.
Senza fare i conti con i propri aspetti rabbiosi, dalla rabbia si può essere distrutti, finendo fagocitati dalla rabbia che straripa oppure soffocati dall’ansia provocata dall’obbligo di non farla mai uscir fuori.
Due facce diverse della stessa medaglia…
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