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L’eiaculazione precoce

L’eiaculazione precoce

L’eiaculazione precoce rappresenta la più comune delle disfunzioni sessuali maschili e si riscontra in pazienti di tutti i livelli socioeconomici, in soggetti psichiatricamente sani, in soggetti che soffrono di varie forme di psicopatologia e non sembra essere correlata a conflitti sessuali specifici.

Il fattore patologico essenziale per una diagnosi di eiaculazione precoce è l’incapacità di esercitare un controllo volontario sul riflesso eiaculatorio, con il risultato che l’eccitazione si risolve rapidamente nell’orgasmo poiché questi soggetti non riescono a sopportare alti livelli di eccitazione, propri della fase di plateau (la fase preorgasmica), senza eiaculare per riflesso, con conseguente diminuzione del piacere e, talvolta, “anestesia orgasmica”.

Nella fase di inquadramento diagnostico è fondamentale tener presente che problemi sessuali saltuari, non persistenti o ricorrenti oppure non accompagnati da notevole disagio o difficoltà interpersonali non giustificano una diagnosi di disturbo dell’eiaculazione precoce che invece è “una persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di una minima stimolazione sessuale prima, durante, o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri”. Da tale definizione si può notare che i vecchi criteri diagnostici che si basavano principalmente sulla valutazione della durata del rapporto o che specificavano un numero minimo di spinte coitali sono ormai superati.

Tipicamente, l’eiaculazione precoce viene osservata in uomini giovani ed è presente fin dai primi rapporti sessuali: la maggior parte dei giovani impara a ritardare l’orgasmo con l’esperienza sessuale e con l’età, ma alcuni continuano ad eiaculare precocemente sin dalle prime esperienze sessuali (eiaculazione primaria); altri presentano l’eiaculazione solo nell’ambito di un alcune relazioni (eiaculazione situazionale) o ancor prima della penetrazione (ante portam) o perdono la capacità di ritardare l’orgasmo dopo un periodo di funzionamento adeguato (eiaculazione secondaria). L’eiaculazione precoce situazionale è frequentemente causata da infezioni prostatiche vescicolari, o associata ad una diminuita frequenza di attività sessuale, ad intensa ansia da prestazione con una nuova partner, o ad una perdita di controllo sull’eiaculazione legata alla difficoltà di raggiungere o di mantenere l’erezione.

L’eiaculazione precoce quasi sempre richiede un intervento sessuologico come ultima risorsa, dopo aver cercato di ottenere il controllo orgasmico attraverso vari metodi di distrazione che però, pur riuscendo a ritardare il momento del culmine dell’eccitamento erotico, non sono efficaci per il controllo eiaculatorio. Il motivo di questa tendenza a non occuparsi per molto tempo del proprio sintomo potrebbe scaturire da diversi fattori, uno dei quali è sicuramente la non consapevolezza del disturbo, prevalente nei soggetti che sono alle loro prime esperienze sessuali e che, quindi, non hanno termini di paragone con cui confrontarsi e di conseguenza, non considerano il disturbo come tale e non si accorgono del disagio provocato alla partner.

Il partner, spesso inconsapevole degli sforzi fatti dal suo compagno per evitare l’intenso eccitamento e prevenire un’eiaculazione incontrollata, si sente respinto e preoccupato. Quando l’uomo è consapevole che la sua rapidità di eiaculazione rende inadeguata la propria competenza sessuale si sente demoralizzato e umiliato sul piano della sua virilità, poiché incapace di procurare piacere alla sua partner. La preoccupazione di non riuscire nell’atto sessuale provoca un livello di ansia inconciliabile con una reazione di piacere, e come una profezia che si autorealizza l’orgasmo sopraggiungerà incontrollabile.

La maggior parte dei pazienti percepiscono vissuti di ansia quando il piacere sessuale è prolungato e intenso, ma i motivi soggettivi sono diversi: può essere legata all’abitudine a «raggiungere l’orgasmo subito», alla prestazione sessuale, a sentimenti di ostilità contro la partner o ad una difficoltà a rilassarsi con lei, oppure all’ ansia per ogni sensazione di piacere.
Nella maggior parte di questi pazienti, la qualità dell’ansia sessuale, indipendentemente dalla sua origine o dal suo contenuto, è di tipo blando e moderato. Secondo alcuni autori l’aumento dell’ansia attiverebbe il sistema nervoso simpatico, che è responsabile della fase dell’emissione durante la risposta eiaculatoria. Secondo altri, invece, gli uomini con alti livelli di ansia sono distratti, durante l’attività sessuale, da pensieri riguardanti la performance, l’adeguatezza sessuale, ecc.

Le cause psicologiche relative alle cause dell’eiaculazione precoce sono diverse, e possono essere suddivise in tre gruppi: intrapsichiche, diadiche, ed immediate.

La teoria psicoanalitica considera la precocità come un sintomo nevrotico legato a cause intrapsichiche: l’eiaculatore precoce alimenta intensi, per quanto inconsci, sentimenti sadici e punitivi nei confronti delle donne, desiderando contaminare e sporcare la donna, nonché, incidentalmente, privarla del piacere. Queste ipotesi eziologiche si fondano su assunti teorici estremamente complessi che hanno come concetti base l’ambivalenza, che l’eiaculatore precoce prova nei confronti delle donne, e la sua immaturità emozionale.

Nelle cause diadiche rientrano le interazioni e dinamiche distruttive all’interno della coppia (rifiuto, ostilità, lotta di potere) che pregiudicano in maniera invalidante la sessualità.

Tra le cause psicologiche troviamo anche quelle che operano nel «qui ed ora» (cause immediate) le quali comprendono l’ansia, l’ignoranza informativa, la riluttanza inconscia ad una buona sessualità, l’incapacità di comunicare, difese percettive ed intellettuali contro le sensazioni erotiche (spectatoring).

L’eiaculazione precoce richiede un intervento psicosessuologico integrato che prevede una vera e propria rieducazione alla corporeità e al piacere sessuale, richiedendo, quando possibile, la collaborazione della partner e che si orienti verso il vissuto soggettivo e della coppia, la sofferenza del paziente, la sua insoddisfazione e il desiderio del cambiamento, ed affrontando le reazioni del paziente e della coppia ed eventuali resistenze all’evoluzione dei sintomi.

L’obiettivo terapeutico è quello di stimolare l’esperienza percettiva deficitaria, cioè di mettere il paziente in contatto con le sue sensazioni preorgasmiche aiutandolo a concentrare le sue sensazioni orgasmiche imminenti, affinché arrivi a percepirle chiaramente.

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Author Info

Simona Baiocco

Psicologa Clinica e di Comunità - Psicoterapeuta ad indirizzo Strategico Integrato (Adulti - Coppie - Adolescenti - Gruppo) - Iscr. Albo Psicologi Lazio n. 14455

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