“Prima di guarire qualcuno chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare”.
(Ippocrate)
Un sintomo psicologico, pur causando sofferenza, produce degli effetti e dei vantaggi secondari che sono da comprendere.
Il sintomo psicologico, infatti, prende corpo da uno stile comportamentale ricorsivo e disfunzionale messo in atto dalla persona come propria strategia personale per risolvere un problema.
Questo vuol dire che il sintomo è semplicemente la punta dell’iceberg: limitarsi a classificarlo senza capire come e con quale funzionalità si è strutturato non darebbe l’opportunità di vedere la sua parte sommersa e di comprendere cosa lo mantiene in vita.
Il paziente ha una responsabilità nella formazione del suo sintomo: la risoluzione del problema è strettamente legata, quindi, alla possibilità che la persona si dà nel comprendere il perché e in che modo ha strutturato il sintomo e come il suo stile comportamentale contribuisca a sostenerlo.
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