In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza alle Donne
“Parlare della violenza sulle donne perché la storia delle donne è la storia della vita stessa. Parlandone non si può evitare di parlare di razzismo e supremazia, povertà e patriarcato, costruzione di imperi, guerra, sessualità, desiderio, immaginazione. Il meccanismo della violenza è ciò che distrugge le donne, le controlla, le sminuisce e le tiene al loro cosiddetto posto. Parlare della violenza, raccontare le storie, perché nel raccontare legittimiamo l’esperienza femminile. Riveliamo ciò che accade nell’oscurità, nel sottoscala, lontano dagli sguardi. Nel raccontare, le donne si riappropriano del loro potere. Della loro voce. Dei loro ricordi. Del loro futuro” ( Tratto da “Se non ora quando?” di Eve Ensler)
Il brano citato è tratto dal libro “Se non ora quando?” della drammaturga statunitense Eve Ensler; il libro nasce da alcune performance teatrali dove la Ensler racconta storie di violenza sulle donne, nei tanti (troppi) modi in cui la violenza sulle donne si manifesta, spingendoci a riflettere e a capire come la violenza sulle donne sia radicata in ogni parte del mondo e spronandoci a lottare per liberare tutte le donne da ogni forma di violenza. La Ensler è anche la famosa autrice de “I monologhi della vagina” uno spettacolo teatrale (diventato anche un libro) dove racconta, attraverso brevi monologhi, storie di bambine e donne stuprate, abusate, violentate, storie di donne che parlano del loro corpo e del rapporto con la loro femminilità, cercando di mostrare le donne nella loro autentica essenza.
Eve Ensler visse un’infanzia difficile segnata dagli abusi sessuali perpetrati dal padre e dal silenzio della madre sulla vicenda, cosa che la spinse a scappare più volte da casa e ad abbracciare la causa femminista nell’ambito della lotta agli abusi.
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