Se si legasse il sentirsi felici solo alla natura degli eventi della vita molto probabilmente si potrebbe pensare che la felicità sia solo un’utopia perché non esiste vita che non abbia anche un solo momento buio.
La felicità non dipende da ciò che ci accade, piuttosto dipende dal modo in cui affrontiamo le cose che ci accadono, belle o brutte che siano e dalla possibilità di vivere la propria sofferenza utilizzandola per trasformare gli eventi negativi in momenti di crisi evolutiva ed opportunità di crescita e cambiamento.
Certamente è più dura scorgere la felicità quando siamo di fronte alla sofferenza; certamente richiede un grande sforzo continuare a vedere “il buono” quando tutto sembrare remare contro, ma anche in quei momenti così dolorosi c’è sempre qualcosa per cui essere felici…
Elisabeth Gilbert, la scrittrice del Best Seller “Mangia, Prega, Ama”, ha condiviso con i suoi lettori la sua esperienza in proposito, pubblicando sul suo profilo fb un piccolo “esercizio di felicità” che pratica da anni: il Vaso della Felicità.
“…Prendete un vaso (o una scatola, o un contenitore qualsiasi) e ogni giorno, alla fine della giornata, prendete un foglietto e vi scrivete il momento più felice del giorno. Fatelo anche nelle giornate schifose, perché anche in quelle giornate c’è un momento più bello (o almeno un momento che è il meno peggio). E poi mettete il foglietto nel vaso. Nel corso degli anni avrete una documentazione della vostra felicità. Nelle brutte giornate, metto la mano in quel vaso e pesco – prendendo una manciata di grandi momenti che avrei assolutamente dimenticato se non li avessi documentati….. Nel corso degli anni il mio Vaso della Felicità mi ha insegnato molto. Ciò che mi stupisce continuamente è quello che scivola sulla carta ogni giorno. Non eventi sbalorditivi, non grandi acquisizioni: normalmente solo cose piccole e minuscole, un momento di consapevolezza. Quel momento in cui esci e tra la casa e la macchina vieni colpito in testa da un raggio di sole e all’improvviso ti senti inondato di gratitudine semplicemente per il fatto di essere vivo e pensi: Sì, è così! Mi piace pensare alla donna che ne ha messo uno in mezzo al tavolo del soggiorno e ogni giorno lei e i suoi bambini ci mettono qualcosa: che fantastica pratica familiare! E mi piace pensare a quella donna che la scorsa settimana mi ha scritto che aveva avuto l’anno più duro della sua vita, ma aveva continuato a portare avanti la pratica del Vaso della Felicità e oggi, l’ultimo giorno dell’anno, prenderà ogni pezzettino di carta del vaso per ricordare che persino adesso, nei momenti più duri, c’era sempre stato un buon momento al giorno.”
La felicità è un modo di essere… uno stile di vita…. una pratica da esercitare ogni giorno…. un valore da insegnare ai nostri figli… e questa splendida idea proposta da E.G. può essere per tutti noi un bellissimo modo per ricordarcelo quotidianamente….
Farsi felici dovrebbe essere l’occupazione principale di ognuno di noi e ricordare i momenti felici che abbiamo trascorso ci serve a ripartire quando ci capita qualche periodo brutto, come stimolo per cercare di avere esperienze ancora migliori di quelle passate.
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