– “Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all’altro come una farfalla.. o di scrivere una tragedia.. o di trasformarsi in un uccello marino… e se il generale non eseguisse l’ordine ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io…?”
– “L’avreste voi” disse con fermezza il piccolo principe.
– “Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno puo’ dare…”
(Il Piccolo Principe)
Prendere coscienza dei propri bisogni è fondamentale se si vuole costruire la propria vita in direzione del proprio benessere psicologico.
Ognuno di noi ha dei bisogni che necessitano di essere soddisfatti per sentirsi bene ed è sano, quindi, muoversi in direzione di ciò che si sente prioritario per la propria felicità.
Nell’incontro con l’altro è importante essere in grado di comunicare i propri intimi bisogni e di accogliere quelli dell’altro costruendo un rapporto, un NOI che si muova in direzione del benessere di entrambi.
A volte, però, succede di incastrarci in relazioni con persone da cui desideriamo ardentemente qualcosa di cui sentiamo il bisogno (amore, sostegno, calore, condivisione, ascolto) ma che non sembrano disposte o capaci di soddisfare le nostre intime necessità.
Quando questo succede ci possiamo ritrovare a pretendere dall’altro ostinatamente ciò che noi desideriamo ma che l’altro non sembra minimamente in grado di darci.
Non si può ottenere succo di arancia spremendo un limone!
In sostanza, non è “puntando i piedi” o lamentandosi continuamente dell’altro che cambieremo la situazione: non si può cambiare ciò che non è di nostra competenza e responsabilità.
Se la persona con cui ci relazioniamo la desideriamo diversa da ciò che è, investire le nostre energie tentando strenuamente e continuamente di cambiarla risulta fallimentare in partenza e solo un gran perdita di tempo.
Diventa, invece, più utile impiegare le nostre energie e il nostro tempo a chiederci se davvero l’altro ci piace, “fa al caso nostro” o se, invece, ci stiamo ostinando a starci solo perché prontamente disponibile come antidoto contro la solitudine.
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