Nella mia attività clinica mi capita spesso di utilizzare la visione di film e di cartoni animati, la lettura di libri per facilitare la presa di contatto con il proprio mondo emotivo.
In alcune sedute mi capita di portare come esempi o di utilizzare come metafore alcune scende di film per stimolare una riflessione nel paziente su alcuni aspetti di sé o per stimolare un nuovo modo di vedere il mondo che lo circonda e che si è costruito nel tempo.
Oggi voglio condividere con voi una riflessione che riguarda proprio la costruzione di Sè e del proprio mondo, utilizzando un film che mi capita spesso di citare nella mia pratica clinica; sto parlando di Matrix, un film che ho sempre trovato estremamente riflessivo e che stimola a vedere le cose che viviamo da una prospettiva diversa, dando estremo risalto ai significati personali che attribuiamo al nostro vissuto e a quanto questo nostro vissuto significante diventi fondamento essenziale nella costruzione della nostra realtà.
Oltre alla famosa frase “Non è il cucchiaio a piegarsi, ma sei tu stesso… Il cucchiaio non esiste” (metafora perfetta nel descrivere il concetto di cui sopra), c’ è un dialogo che trovo essenziale nel comprendere appieno cosa vuol dire rendersi consapevole della costruzione della propria realtà e andare alla ricerca della propria verità, della propria essenza.
Un dialogo che diventa metafora della psicoterapia come processo difficile, impegnativo, doloroso ma estremamente liberatorio.
Buona lettura!
Morpheus: Lo leggo nei tuoi occhi. Hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità. Tu credi nel destino, Neo?
Neo: No.
Morpheus: Perché no?
Neo: Perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita.
Morpheus: Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra, nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l’avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando.
Neo: Di Matrix.
Morpheus: Ti interessa sapere di che si tratta, che cos’è? Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
Neo: Quale verità?
Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è. È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.
E voi che prendereste? Pillola Azzurra o Pillola Rossa?
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