Contatti: info@simonabaiocco.it - (+39) 3336198580

Vivere con la compagna Paura ai tempi del Covid-19

In questi giorni mi è capitato di confrontarmi con le persone a me affettivamente più vicine e anche con i miei pazienti su quelle che sono le umane paure.

Sì, perché questa situazione ti fa entrare inevitabilmente in contatto con te stesso e soprattutto con quelle che sono le proprie profonde paure.

Le emergenze prepotentemente ti catapultano nel turbinio delle umane paure, ma non c’è un unico modo per viverle, né per tutti quelle paure sono uguali.

C’è chi ha più paura di ammalarsi, c’è chi ha più paura di perdere gli affetti più cari, chi ha più paura del cambiamento repentino di vita quotidiana, chi di perdere la libertà, chi invece si fa prendere dal panico o chi la paura sembra proprio non sentirla…

E su questi ultimi c’è più da preoccuparsi perché sono quelli che rischiano di più di mettersi in situazioni di vero pericolo.

La paura è un’emozione normale da provare, esattamente come tutte le umane emozioni e nostra compagna di vita in tutte le sue molteplici forme.

La paura non solo è normale da provare, ma ha anche una sua utilità, una sua funzione specifica.

La paura è ciò che ci consente di percepire i rischi tangibili a cui ci esponiamo con i nostri comportamenti e di adattarci alle situazioni adottando le opportune strategie di sopravvivenza in presenza di un pericolo effettivo.

Il problema più grande è quando abbiamo paura delle nostre paure, cioè quando alle nostre paure non gli diamo dignità, uno spazio per accoglierle, le rifiutiamo, mettendo in atto tutti quei comportamenti tesi ad evitare di sentire la paura.

In questi casi possiamo adottare due tipi di strategie di evitamento, entrambe disfunzionali, che sono una l’esatto opposto dell’altra: l’incoscienza e il panico.

So che sembrano, a prima vista, una il contrario dell’altra, ma in realtà si muovono entrambe verso un obiettivo comune: mettersi in salvo dal provare il senso di paura.

L’incosciente è quello che dice: “Faccio tutto quello che mi pare perché io non ho paura di niente. Sono coraggioso e quindi a me non succederà mai niente di male.”

L’incosciente non è minimamente in contatto con le sue paure e si sente forte perché crede di non avere paure: in realtà, non è vero che non le prova, ma le respinge, le nasconde dietro una apparente corazza di pseudo sicurezza, molto fragile in realtà, destinata a crollare nel momento in cui il pericolo lo raggiunge, lasciandolo, a quel punto, totalmente in balia della situazione.

Chi si fa prendere dal panico, invece, dice: “Non sono coraggioso perché ho paura e se ho paura non sarò mai capace di affrontare la vita, quindi devo mettermi al sicuro in un posto dove io possa non sentire più paura”. Chi si fa prendere dal panico si muove chiudendosi progressivamente alla vita, chiudendosi dentro una roccaforte, una bolla di pseudo sicurezza. Ovviamente anche questo tipo di sicurezza è fallace e destinata a crollare nel momento in cui il pericolo lo raggiunge.

Sia l’incosciente, sia chi si fa prendere dal panico non costruiscono un rapporto sano con le proprie umane paure, togliendosi l’opportunità di imparare qualcosa di buono e funzionale da esse.

Condividere le proprie paure, chiamarle ad alta voce, riconoscerle, dargli un nome, capire la diversa forma ed il contenuto di ogni nostra umana paura è necessario per renderci consapevoli dei nostri limiti e per imparare a vivere e ad affrontare le diverse situazioni in compagnia delle nostre umane paure che ci saranno sempre e ci accompagneranno in tutto il nostro percorso di vita.

Da quando nasciamo la paura vive in noi e con noi… Crescendo alcune paure ci lasciano… altre invece, inesistenti in giovinezza, fanno la loro comparsa nella maturità… altre ancora cambiano solo forma… E poi ci sono quelle paure che vengono scatenate da situazioni imprevedibili, improvvise, preoccupanti e rischiose… come quella che stiamo vivendo oggi in tempo di Covid-19…

Non chiudiamo la porta alle nostre paure…

Impariamo piuttosto a riconoscerle, ad esprimerle, a condividerle, senza vergognarci e senza pensare che questo significhi non essere coraggiosi… tutt’altro!

Il coraggio si misura dalla capacità di saperci stare con le proprie paure e di andare avanti in loro compagnia…

Il Coraggio non è una dote innata che qualcuno ha e qualcun altro no.

Il Coraggio è una scelta e si costruisce nel tempo.

Coraggiosi non si nasce…

Coraggiosi si diventa imparando a stare e ad ascoltare le proprie paure….

Possiamo imparare tutti ad essere coraggiosi… nessuno escluso!

Ed allora… Spalle dritte… Testa alta…  Sguardo in avanti…

Le gambe tremano…

Tanto? Poco? Non importa perchè va tutto bene…

Sì…va bene anche così… anche con le gambe che tremano… 

E’ normale che tremino… non significa che non ce la faremo… significa solo che siamo umani!

Significa che ci teniamo a ciò che abbiamo e che siamo consapevoli dell’importanza di ciò che possiamo perdere e che non vogliamo assolutamente perdere!

Questo il momento più giusto in assoluto per festeggiare la vita in tutte le sue mille sfaccettature, riappropriandoci di tutto ciò che è davvero di vitale importanza per noi e che oggi abbiamo capito averne anche grazie alle nostre più profonde e preziose paure…

#graziepaurachecifaicapirecosaèdavveroimportanteperlanostravita

#andràtuttobene

Questo articolo è stato interessante? Condividilo su:
Author Info

Simona Baiocco

Psicologa Clinica e di Comunità - Psicoterapeuta ad indirizzo Strategico Integrato (Adulti - Coppie - Adolescenti - Gruppo) - Iscr. Albo Psicologi Lazio n. 14455

No Comments

Comments are closed.